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Il profondo amore di Mons. João S. Clá Dias alla Cattedra di Pietro.


San Giovanni Paolo II e Mons. João S. Clá Dias

Nel 2009, Mons. João è stato decorato dal Santo Padre con la Medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice”


Cardinale Franc Rodé e Mons. João S. Clá Dias

Il percorso della vita di Mons. João, rivolto sempre a nuove conquiste attraverso numerose iniziative apostoliche nella realizzazione dell’ideale indicato da Nostro Signore Gesù “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo battezzando tutte le genti”, ha guadagnato l’ammirazione e la stima nelle anime di tanti fedeli e soprattutto tra le nuove generazioni, attirate dal carisma dello splendore e della bellezza come strumento per la nuova evangelizzazione.


Mons. João collocò fin dall’inizio tutti i suoi carismi ai piedi della Cattedra di Pietro, fonte di benedizioni per qualsiasi opera apostolica di successo perché direttamente collegata a Cristo Nostro Signore.


Mons. João durante la cerimonia di consegna

Immensa e ricca di emozioni è stata la gioia di Mons. João nell’essere decorato da Papa Benedetto XVI con la Medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice”, come riconoscimento dato dalla Santa Sede alle persone che si sono distinte per i loro servizi alla Santa Chiesa. A questo proposito sottolineiamo le parole del Cardinale Franz Rodé che, nel consegnare la medaglia a Mons. João il 15 agosto 2009, ha affermato che con questa distinzione Papa Benedetto XVI “ha voluto premiare i vostri meriti”.


Momento dove il fondatore degli Araldi ringrazia la Santa Sede per la consegna della medaglia "Pro Ecclesia et Pontifice"

Parole rivolte dal cardinale Rodé a Mons. João durante la solenne consegna della medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice


LEI APPARTIENE ALLA STIRPE DEGLI EROI E DEI SANTI...”
"Nel momento in cui Le consegno la decorazione con cui il Santo Padre ha voluto premiare i Suoi meriti, mi vengono in mente le parole di San Bernardo all’inizio del suo trattato ‘De laude novae militiae’: “È da qualche tempo che si diffonde la notizia che un nuovo genere di cavalleria è apparso nel mondo”. Queste parole si possono applicare al momento presente. Infatti, grazie a Vostra Eccellenza, è sorta una nuova cavalleria non secolare, ma religiosa, con un nuovo ideale di santità e un eroico impegno per la Chiesa. In questa impresa, nata nel Suo nobile cuore, non possiamo non vedere una grazia particolare data alla Chiesa, un atto della Divina Provvidenza in vista delle necessità del mondo d’oggi. L’ideale che Lei propone a coloro che sono Suoi seguaci è di seguire Cristo nel grande movimento degli Araldi del Vangelo, con radicalismo evangelico, “combattendo senza tregua - come dice San Bernardo – una duplice battaglia, sia contro la carne e il sangue, sia contro gli spiriti maligni del mondo invisibile”. Grazie, Monsignore, per il Suo nobile impegno, grazie per la Sua santa audacia, grazie per il Suo amore appassionato per la Chiesa, grazie per lo splendido esempio della Sua vita. Lei appartiene alla stirpe degli eroi e dei santi!"
“Tutto quanto nella Chiesa vi è di santità, di autorità, di virtù soprannaturale, tutto questo –ma assolutamente tutto senza eccezione, né condizione, né restrizione- è subordinato, condizionato, dipendente dall’unione alla Cattedra di Pietro. Le istituzione più sacre, le opere più venerabili, le tradizioni più sante, le persone più cospicue, tutto quanto, insomma, vi sia di meglio e che possa altamente esprimere il Cattolicesimo e ornare la Chiesa di Dio, tutto questo diventa pari a zero, sterile, degno del fuoco eterno e della collera di Dio, se separato dal Sommo Pontefice. Conosciamo la parabola della vite e dei tralci. In questa parabola, il vitigno è il nostro Signore Gesù Cristo, i fedeli son i tralci. Come nostro Signore Si è così indissolubilmente legato alla Cattedra Romana, possiamo dire con tutta certezza che nella parabola si intende la vite come la Santa Sede e i tralci come la varie diocesi, parrocchie, ordini religiosi, istituzioni private, famiglie, nazioni e persone che costituiscono la Chiesa e la Cristianità. Tutto questo sarà veramente fecondo, solo nella misura in cui sarà in intima, calorosa, incondizionata unione con la Cattedra di San Pietro”.1

E continua:

“Incondizionata’, ha detto, ed è giusto che sia così. In morale, non vi sono vincoli legittimi. Tutto è subordinato alla grande ed essenziale condizione di servire Dio. Ma dal momento che il Santo Padre è infallibile, l’unione al suo infallibile magistero non può che essere incondizionata. Quindi è un segno della condizione di forza spirituale, un’estrema suscettibilità, un fremito estremamente sensibile e vivace dei credenti in tutto ciò che riguarda la sicurezza, la gloria e la tranquillità del Romano Pontefice. Dopo l’amore di Dio, questo è il più alto degli amori che la Religione ci insegna. L’uno e l’altro amore addirittura si confondono. Quando Santa Giovanna d’Arco è stata interrogata dai suoi persecutori che volevano ucciderla, e che per questo hanno cercato di farla cadere in un errore teologico, per mezzo di domande capziose, ha risposto: ‘Per quanto concerne Cristo e la Chiesa, per me sono una cosa sola’ Noi possiamo dire: ‘Per noi, tra il Papa e Gesù Cristo non vi è alcuna differenza’. Tutto ciò che riguarda il Papa, concerne direttamente, intimamente, indissolubilmente, Gesù Cristo”.

La medaglia è stata introdotta da Papa Leone XIII il 17 luglio 1888 con la lettera apostolica Quod Singulari Dei Concessu, per commemorare il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio e inizialmente venne conferita a chi avesse aiutato e promosso, o collaborato attraverso altri mezzi, il suo giubileo. Oggi viene conferita sia a quei laici (uomini e donne) che a quei ecclesiastici che si distinguono per il loro servizio verso la Chiesa e la persona del Romano Pontefice.

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