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Fatima e la certezza nella vittoria



Correva il remoto anno 1917 e, a quel tempo, la Celeste Messaggera descrive ai tre pastorelli una situazione di decadenza morale che avanzava a grandi passi. Gli uomini affondavano sempre più in un abisso di immoralità, attirando su di sé gli eventi tragici predetti da Lei, nel caso non cambiassero vita. Le mode indecenti, per esempio, che sarebbero diventate più censurabili, fecero sì che la Madre di Dio Se ne lamentasse. Il modo di vestirsi contrario al pudore era, già allora, sintomo di una profonda crisi. Se consideriamo i vestiti del tempo e li confrontiamo con quelli che sono in voga oggi - che spesso a malapena possiamo chiamare vestiti - a che conclusione arriveremo?


Molto più tragica ancora è la scomparsa quasi totale della famiglia cristiana, che dovrebbe essere fondata sulla indissolubilità del vincolo matrimoniale e la generosa disponibilità ad avere una prole numerosa. Quanti sono oggi coloro che desiderano costruire le loro famiglie sulla solida roccia del Vangelo?


Per questo, la Madonna ritenne necessario far conoscere agli uomini la tragedia che sarebbe capitata se non avessero mutato la loro condotta, proprio per non doverli castigare.


I suoi ammonimenti annunciavano una punizione condizionale, che sarebbe stata data solo nel caso l’umanità non si convertisse. Così, i propagatori del Messaggio di Fatima, ricordando ai loro contemporanei le predizioni e gli insegnamenti della Madre di Dio, lo fanno prima di tutto per la gloria del Creatore, ma anche per evitare che succedano drammi ancora più grandi.


I tre pastorelli di Fatima, nel 1917

Una conferma di questa didattica materna fu il miracolo del sole, alla presenza di settantamila persone: l’astro eseguì vorticosi giri nel cielo, sembrando, in alcuni momenti, precipitare sulla folla che, inginocchiata, chiedeva perdono a Dio per le sue colpe. Finalmente, esso tornò a brillare nella sua orbita normale, provocando una grande sensazione di sollievo nei presenti.


Pertanto, le profezie di Fatima sono, innanzitutto, parole di speranza e di certezza nella vittoria. Non è l’annuncio della fine, ma l’aurora di una nuova era storica. Chi leggesse questo Messaggio con una mentalità venata di fatalismo o con un pensiero millenarista riterrebbe che siamo agli inizi del Giudizio Universale o ai limiti di una catastrofe senza soluzione.


Ai pessimisti, millenaristi o fatalisti, si unirebbero, in fila, a coloro che leggono i giornali o seguono con assiduità le notizie che circolano in internet e nei media sociali, per dire in coro: l’umanità è malata; anzi, in fase terminale…


In senso opposto, il sensus fidei mostra che non è d’accordo con i piani della Provvidenza che il mondo termini senza che la Santa Chiesa raggiunga tutta la perfezione alla quale è stata chiamata. Per questo motivo, sulla base delle profezie di Fatima si può congetturare che ci sarà un periodo, prima della fine del mondo, in cui Maria sarà Sovrana, Regina dei cuori. Questa era storica che verrà come una grande misericordia è il Regno di Maria previsto da San Luigi Maria Grignion de Montfort, che non è che il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, annunciato dalla Madonna ai pastorelli.


Ora, che cosa significa questo trionfo? Così come a Cana il miglior vino fu servito alla fine, anche nella Storia dell’umanità Nostro Signore sembra voler lasciare l’ultima parola a sua Madre Santissima: «Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà»!


Il trionfo di Maria è il trionfo di Cristo. È il Regno di Maria, nel Regno di Cristo!


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