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San Giuseppe: Esente dal peccato originale, perché no?



San Giuseppe, Basilica della Madonna del Rosario, Caieiras (Brasile)

Quanto ha impiegato il Magistero per definire l’Immacolata Concezione di Maria? Diciannove secoli, sebbene tutta la Chiesa chiedesse a gran voce che la dichiarazione fosse fatta molto prima. Non starà succedendo qualcosa di analogo con San Giuseppe?


Quando Dio formò Adamo dalla terra, non volle che rimanesse da solo, ma gli diede la compagnia di Eva; così, a sua “immagine e somiglianza […], creò l’uomo e la donna” (Gen 1, 26-27). Allo stesso modo, concependo il piano della Redenzione del genere umano e dotando suo Figlio della migliore delle madri, non Gli parve adeguato che Lei restasse da sola; per questo decise di mettere al suo servizio un uomo forte e casto, che La custodisse e onorasse.


Tuttavia, chi sarebbe stato offerto a Colei che con la più grande perfezione rifletteva la grandezza di Dio? Quale creatura avrebbe avuto sufficiente maestà per essere sposo della Regina del Cielo e della Terra? Come trovare qualcuno che avesse una certa parità con la dama che Dio avrebbe chiamato Madre?


Prima di tutti i secoli, il Divino Artefice preparò un uomo i cui incommensurabili doni e privilegi si potrebbero riassumere in due titoli eccelsi: padre verginale di Gesù e sposo della Vergine Maria!1


Esente da peccato dal concepimento


Per misurare la statura morale di San Giuseppe conviene che cominciamo a considerare la santità di coloro con i quali egli avrebbe dovuto convivere in una prossimità piena d’intimità, com’è la famiglia.


In primo luogo, dobbiamo contemplare la perfezione di Maria.


Interessa sapere quale fosse il grado di purezza della Madonna, per valutare fino a che punto l’uomo scelto per essere il suo alter ego – altro io – fosse favorito dallo Spirito Santo con un cuore purissimo, al di là di ogni immaginazione.


In considerazione della maternità divina e della missione corredentrice di Maria, la Provvidenza applicò in modo sui generis ed eccelso, a beneficio di Lei, i meriti del preziosissimo Sangue di Cristo. La Madonna, in previsione della futura Passione e Morte di Gesù, fu sacrificata fin dal primo istante del suo concepimento, vedendosi non solo libera dal peccato originale e da tutte le sue conseguenze, ma anche colmata di grazia al massimo grado che sarebbe solo aumentata nel corso della sua esistenza.


In Lei non ci fu la minima traccia di qualsiasi tipo d’inclinazione alla concupiscenza; al contrario, la sua anima si conservò in un’armonia piena, sempre sottomessa alla volontà di Dio con la corrispondenza a tutte le mozioni della grazia. Le sue passioni erano subordinate alla ragione, illuminata dalla fede. Era, di conseguenza, una creatura virginale, dotata di un dono d’integrità sovraeccellente, tutta orientata alla più sublime perfezione.


San Giuseppe sarebbe stato unito a Lei col legame naturale più intimo: il matrimonio.


Sposata da un uomo angelico


L’amicizia tra i coniugi è tale che San Tommaso2 afferma che l’unione indivisibile delle anime è l’essenza del matrimonio. La convivenza sotto lo stesso tetto, il contatto frequentissimo e la familiarità piena di riverenza e di rispetto che esisteva tra Giuseppe e Maria sollevano una questione cruciale: era possibile che l’uomo destinato a unirsi inseparabilmente con il matrimonio alla Vergine Immacolata fosse vittima degli effetti del peccato originale? E questo non solo per preservare la Madonna da qualsiasi rischio che avrebbe supposto la prossimità con uno sposo soggetto alle insidie della concupiscenza. Esiste anche una ragione più alta.


La Madonna è “il Paradiso Terrestre del Nuovo Adamo”,3 come sostiene il grande teologo francese San Luigi Maria Grignion de Montfort. Se nel Giardino dell’Eden, creato per gli uomini, Dio introdusse solamente persone senza peccato e non permise che esse vi rimanessero dopo aver offeso la sua maestà infinita, come immaginare che chi Dio ha predestinato come guardiano del suo Paradiso, molto più bello e sublime di quello terrestre, e che sarebbe stato uno con lui, fosse ferito dalle conseguenze del peccato originale?


Che cosa avrebbe sentito la Madonna se fosse convissuta giorno e notte con un uomo incline alla bassezza a causa della concupiscenza? Avrebbe potuto concepire che Dio L’avesse preservata da ogni contagio di peccato, per poi unirLa in matrimonio a uno macchiato dalla colpa di Adamo? In breve, se solo agli angeli fu data la cura del Paradiso Terrestre dopo il peccato, sarebbe normale che la Madonna fosse sposata con un uomo angelico.4


In questo senso, la statura morale di San Giuseppe può essere misurata dalla grandezza della Madonna. Se Lei è di una santità sublime e incalcolabile, anche lui deve esserlo, in un grado inferiore, per il fatto che Dio lo ha eletto a unirsi a Lei in matrimonio e formare insieme un solo spirito. Tanto più che egli fu il primo devoto mariano e, di conseguenza, il più beneficiato dalla sua Mediazione Universale.


Cooperatore necessario nell’unione ipostatica


Sponsali di Maria e Giuseppe,

A questo si somma la predestinazione di San Giuseppe ad avere nei confronti del Figlio di Dio l’affetto e le cure di un vero padre, sebbene non abbia concorso alla sua generazione.


Egli splenderà davanti ai Cieli, agli Angeli e ai giusti di tutti i tempi in quanto padre di Nostro Signore Gesù Cristo. Avrebbe senso che il prescelto a educare, custodire e proteggere il Verbo Incarnato fosse un uomo comune, segnato dal disordine risultante dalla colpa dei primi padri?


Tanto più che Dio creò San Giuseppe considerando la sua sublime missione. Se la Madonna fu immacolata a causa del suo stretto legame con il mistero dell’Incarnazione del Verbo,5 perché egli non avrebbe goduto di un privilegio simile? Se in previsione dei meriti della Passione del Figlio, la Madre di Dio fu preservata dalla macchia del peccato, non si potrebbe dire che, in vista anche della purezza illibata di Maria, Giuseppe fu esente dal peccato originale e dalle sue conseguenze, così come pieno di grazia in proporzione alla sua eccelsa vocazione? San Giuseppe, con il suo ministero, aveva il compito di cooperare nel modo necessario alla realizzazione dell’unione ipostatica.6 Il Figlio di Dio volle nascere da Maria grazie a un miracolo dello Spirito Santo, ma scelse per Sé una famiglia ben costituita. Il marito essendo capo della moglie e rispettando il Creatore l’ordine naturale che Egli stesso aveva stabilito, sollecitò a San Giuseppe il suo consenso per il concepimento della sua Sposa.


San Giuseppe, per il suo ministero, aveva il compito di cooperare nel modo necessario alla realizzazione del piano di unione ipostatica. Il Figlio di Dio volle nascere da Maria per un miracolo dello Spirito Santo, ma scelse per Sè una famiglia ben costituita. Essendo il marito capo della moglie e rispettando il Creatore l’ordine naturale che Egli stesso aveva stabilito, sollecitò a San Giuseppe il suo accordo per la concezione della sua Sposa.


Pertanto, si deve concludere che, proprio come la Madonna, da tutta l’eternità, fu nella mente divina unita da un vincolo strettissimo e indissolubile al decreto dell’Incarnazione del Verbo,7 anche San Giuseppe, destinato dallo stesso Signore a essere lo sposo legittimo di Maria e il padre verginale di Gesù, partecipa a questo unico disegno. Nel concepire l’idea su Maria, Dio non lo fece senza pensare a colui che avrebbe dovuto essere uno con Lei: Giuseppe.


Il “sensus fidelium” rispetto a San Giuseppe


L’opinione riguardo la concezione in grazia di San Giuseppe non si trova esplicita nelle Sacre Scritture. Tuttavia, la Chiesa ha dichiarato dogma di Fede alcune verità che solo in forma implicita sono contenute nella Rivelazione.


Dio diede all’uomo la capacità di ragionare e, pertanto, di partire da un principio, trarre le sue conseguenze e arrivare a una conclusione. Ora, a questa capacità della ragione si aggiunge la virtù della fede. Fede e ragione non entrano in conflitto ma, al contrario, si completano. La fede perfeziona, appoggia e illumina l’intelligenza, dandole ali per volare molto lontano, poiché è una partecipazione al modo di comprendere di Dio stesso.


Dobbiamo, dunque, rallegrarci alla prospettiva che le affermazioni riguardanti l’esenzione dal peccato originale e dalle sue conseguenze in San Giuseppe, timide al principio e sempre più categoriche nel corso dei secoli, stiano raggiungendo il loro punto culminante. A tal punto che, per opporsi a questa percezione del sensus fidelium,8 soltanto un pronunciamento ex cathedra in senso contrario sarebbe una ragione accettabile.


Perché solo adesso?


Quanto tempo c’è voluto a che il Magistero definisse l’Immacolata Concezione di Maria? Diciannove secoli, sebbene tutta la Chiesa avesse chiesto a gran voce che la dichiarazione fosse fatta molto prima. E perché così tanto tempo? Perché tale è la grandezza della Madonna che, agli albori della Chiesa, alcuni arrivarono a tributarLe il culto come dea.9


San Tommaso insegna 10 che ogni intermediario, visto da uno degli estremi, assomiglia all’opposto. Ora, guardandoLa “dal basso in alto”, la Madonna assomiglia moltissimo a Dio, il che in un certo modo spiega che erroneamente Le avessero attribuito natura divina.


Soltanto nel IV secolo, quando le basi della Cristologia erano più consolidate, fu proclamato il primo dogma mariano, la Maternità Divina. Allora diventò chiaro che, sebbene pura creatura, in quanto Madre di Dio, Maria partecipa allo stadio più alto all’opera della creazione, il piano della unione ipostatica, se pur in maniera relativa.


Ora, qualcosa di analogo succede con San Giuseppe. Egli è rimasto sotto silenzio per ventuno secoli, perché era necessario prima fissare l’adorazione di Nostro Signore e stabilire la devozione alla Santissima Vergine. Ma si avvicina l’ora di comprendere quanto lui sia stato elevato da Dio, per essere degno sposo di Maria e padre verginale di Gesù Cristo.


L’Autore di quest’opera desidera essere uno degli strumenti nelle mani della Chiesa per coronare la figura di San Giuseppe come uomo concepito in grazia. Nel giorno in cui la Cattedra della Verità si pronuncerà in modo infallibile a questo riguardo, la grandezza del glorioso Patriarca sarà accettata da tutti con estremi di giubilo.


Il più bello, conveniente ed eccellente


Mons. João Scognamiglio Clá Dias benedice una statua di San Giuseppe - Basilica della Madonna del Rosario

Dopo aver studiato a fondo i migliori teologi e consultato lungamente il suo cuore, l’Autore non trova nulla di spregevole nella Concezione immacolata di San Giuseppe, tesi che è in totale armonia con il Santo Vangelo.


In questo modo, non si mette in discussione la singolarissima esclusività del privilegio per cui la Vergine Maria fu esente dal peccato originale dal primo istante del suo concepimento, e “brillò sempre adornata dagli splendori della perfettissima santità”.11 Infatti, Ella fu liberata in funzione della Redenzione di Nostro Signore Gesù Cristo e colmata di una pienezza di grazia ineguagliabile, mentre San Giuseppe lo sarebbe stato in vista anche della Sua Corredenzione, ricevendo la grazia per sua mediazione e in un grado inferiore a quello che inondò la Figlia prediletta di Dio Padre.12


Gli sia permesso esternare con la “libertà dei Figli di Dio” (Rom 8, 21), ma meticoloso rispetto verso i pronunciamenti della Santa Chiesa, un pensiero che l’Autore spera di vedere confermato un giorno dall’autorità della Cattedra di Pietro. A partire dal momento in cui in un cuore cattolico, anche se uno solo, è sbocciata l’idea che San Giuseppe, data la sua missione, avrebbe dovuto essere concepito senza peccato originale, non si può più vacillare. Perché passa a valere il principio: Dio, in relazione al Verbo Incarnato, ha fatto tutto perfetto. Il concepimento in grazia di San Giuseppe non è il più bello, il più conveniente e il più eccellente in funzione dell’Incarnazione? Allora lì c’è l’azione di Dio.


Sia per la maggior gloria di questo straordinario Santo, della sua Immacolata Sposa e del suo Figlio Divino che questa verità è stata sostenuta.



Estratto, con piccoli adattamenti, da: “São José: quem o conhece?...” São Paulo: Lumen Sapientiæ, 2017, p.31-47


1 Analogamente a quanto accade con la Madonna, l’argomento ex proximitate ha un peso determinante in Teologia per comprendere la figura di San Giuseppe, perché, per il fatto che è stato eletto come capo della Sacra Famiglia, cioè, chiamato a condurre, proteggere e guidare Gesù e Maria, egli è stato collocato in un tale vicinanza alla stessa Fonte della grazia, Gesù, e alla Mediatrice di tutte le grazie, Maria, che è diventato la creatura più beneficiata, dopo la sua verginale Sposa, dalla forza redentrice di Cristo. Dalla dignità del suo ministero e dalla vicinanza con Dio Incarnato e con la sua Santissima Madre risulta per San Giuseppe una pienezza di grazia senza precedenti nella Storia. Non c’è stato nessun altro uomo più santo (cfr. GRACIÁN DE LA MADRE DE DIOS, OCD, Jerónimo. Josefina. L.I, c.1. In: Obras. Burgos: El Monte Carmelo, 1933, t.II, p.378-382).


2 Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO. Somma Teologica. III, q.29, a.2.


3 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT.

Traité de la vraie dévotion à la Sainte Vierge, n.6. In: Œuvres Complètes. Paris: Du Seuil, 1966, p.490.


4 L’esenzione da ogni concupiscenza in San Giuseppe è affermata dal gesuita Alfonso Salmerón: “In lui non esisteva nessuna inclinazione disordinata della concupiscenza [omnis concupiscentiæ fomes extinctus in eo fuit], affinché più degnamente potesse convivere con la sua Sposa” (SALMERÓN, SJ, Alfonso. Commentarii in Evangelicam Historiam et in Acta Apostolorum. Tractatus XXX. Co

loniæ: Antonium Hierat & Ioannem Gymnicum, 1602, t.III, p.234).


5 Cfr. PIO IX. Ineffabilis Deus, n.1.


6 Il primo teologo a indicare questa realtà fu Suárez (cfr. SUÁREZ, SJ, Francisco. Misterios de la vida de Cristo. Disp.VIII, sec.1, n.10. In: Obras. Madrid: BAC, 1948, t.III, p.270-271).


7 Cfr. PIO IX, op. cit., n.1.


8 Il sensus fidelium è relazionato con “una specie di istinto spirituale”, dato ai battezzati, “che permette al fedele di giudicare spontaneamente se un insegnamento particolare o una determinata pratica sia o meno in conformità con il Vangelo e con la Fede apostolica” (COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE. El “sensus fidei” en la vida de la Iglesia, n.49. Madrid: BAC, 2014, p.49-50).


9 “Secondo la testimonianza di Santo Epifanio, i coliridiani, in Arabia, veneravano la Vergine come dea e offrivano, con riti idolatrici, piccoli pani o torte in suo onore. Questa setta era composta quasi esclusivamente da donne, e a loro erano riservati gli uffici sacerdotali. Tra i montanisti orientali, i cosiddetti marianisti e filomarianisti adoravano Maria come dea” (ALASTRUEY, Gregorio. Tratado de la Virgen Santísima. 4.ed. Madrid: BAC, 1956, p.841).


10 Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., I, q.50, a.1, ad 1.


11 PIO IX, op. cit., n.1.


12 L’autore, alla luce degli insegnamenti dei Papi del XX secolo per quanto riguarda l’unicità del privilegio concesso a Maria nella sua Immacolata Concezione, si rende conto che è desiderio esplicito del Magistero sottolineare il fatto che nessun Santo o Santa ha ricevuto questo privilegio, in quanto è evidente che la santità di Maria è superiore a quella di tutti gli Angeli e Beati. Tuttavia, approfondendo alla luce degli stessi insegnamenti in cosa consiste tale privilegio di Maria, crede sia possibile ammettere per San Giuseppe un privilegio simile, ma inferiore, in virtù della proporzionalità esistente tra il Santo Patriarca e la Sposa virginale, sia per il matrimonio tra i due, sia per la comune missione di genitori verginali di Gesù. In questo modo, così come Maria, per essere stata redenta nel migliore dei modi, glorifica il potere della Passione di suo Figlio, l’alter ego di Maria, Giuseppe, per forza della Mediazione Universale della Madonna, sarebbe stato redento in modo eccellente ed elevato, dopo di Lei, al di sopra di tutti i Santi e Sante, essendo, pertanto, il frutto più prezioso delle lacrime di Maria versate in unione spirituale con il Sangue del Redentore ai piedi della Croce.



Fonte: Rivista Araldi del Vangelo - Marzo 2019



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